Così come la morte

- 1997 -

PASSAGGIO DI FRONTIERA – Manifesto dei fotografi del Centro Studi Marche di Senigallia
 
La fotografia è il nostro mezzo privilegiato, con il quale esprimiamo la visione del mondo, i rimandi della memoria, i sogni e le ansie della nostra generazione.
La vita psichica e relazionale, lo spazio esistenziale e le sue motivazioni interiori, sono al centro del nostro interesse.
Le nostre proposte sul linguaggio fotografico, espressione di libertà, sono legate ad una serie di esperienze, trasformate dall'autoanalisi collettiva, in proprie motivazioni.
Siamo impegnanti in un progetto di fotografia globale, tra realtà, astrazione e concetto, dentro la rete complessa delle informazioni che le immagini instaurano e che costituiscono l'elemento dinamico del nostro percorso.
Operiamo con la fotografia le scelte funzionali all'uso ed al linguaggio, con le quali manifestiamo, nello spirito del tempo, i modi e le forme del comunicare per immagini.
Siamo per la fotografia che nasce dalle emozioni e dall'intelletto, come un grido di risoluzione alla vita, espressione latente di un'idea che nella forma e nel contenuto è svincolata dagli obblighi del percorso della rappresentazione figurativa.
Crediamo nella fotografia come espressione autonoma, come ogni cosa può esserlo nel rispetto delle reciprocità, slegata da ogni dominio strumentale dell'arte e dal suo progetto di utilizzo.
Rinnoviamo la sua storia che è spesso snaturata nelle sue ragioni interne, della libertà dell'immaginazione. Recuperiamo identità alla critica fotografica, spesso lasciata nell'indifferenza del pubblico.
Il critico è un nostro simile, per pratica ed estrazione culturale, che si fa promotore ed interprete delle motivazioni e delle decisioni del fotografo.
Cerchiamo le immagini che si fanno conoscenza e poesia, che dialogano con la parola per il reciproco accrescimento.
Perseguiamo la conoscenza attraverso l'educazione all'originalità, alla comunicazione, alla comprensione.
Favoriamo le occasioni per far conoscere ed esporre, fuori dagli stereotipi della comunicazione di massa, le immagini del nostro racconto.
Provochiamo situazioni in cui si possa discutere di fotografia, della sua natura e delle sue scoperte, per soddisfare il nostro bisogno di essere.
Senigallia, 14/01/1995

(Enzo Carli – Gianni Berengo Gardin – Giorgio Cutini – Luigi Erba – Ferruccio Ferroni – Mario Giacomelli – Paolo Mengucci – Aristide Salvalai – Francesco Sartini – Sofio Valenti)

La fotografia è la pratica di libertà,
la nostra intensa emozione.
E' la parte di noi che ci permette di Essere,
oltre l'esistenza e le storie dell'uomo
con la forza inarrestabile della civiltà interiore.
Utilizziamo la fotografia come una modalità
percettiva del sapere, per esplorare,
come veggenti, i confini della conoscenza.
Un pò guerrieri che hanno cercato
il passaggio di frontiera,
un pò poeti che cantano l'immortale,
liberiamo immagini dalla vita psichica
dalla memoria di realtà.
Così come la morte.

(Mario Giacomelli, Enzo Carli, Gianni Berengo Gardin, Giorgio Cutini, Paolo Mengucci, Sofio Valenti, Massimo Renzi, Marco Melchiorri, Loriano Brunetti)